Fuoristrada 4x4 - Dicembre 2020

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Nr. 15 - DICEMBRE 2020

PRONTI A RIPARTIRE!

F

RIV



FUOR FUOR

RIVISTA UFFICIA

AMICI FUORISTRADISTI, siamo giunti al termine di un anno difficilissimo per l’Italia intera. La nostra passione, i nostri Club, l’intera Federazione sono stati messi a dura prova. Ma abbiamo accettato la sfida di ripartire con determinazione da dove eravamo rimasti, creando i presupposti per un 2021 che potrà donare a tutti i fuoristradisti una luce sempre più vivida in fondo al tunnel. Il nostro lavoro è stato incessante e praticamente senza soste per tutto il 2020. E’ stata necessaria un’organizzazione capillare su tutto il territorio nazionale resa ancor più complessa dalle difficoltà imposte dal distanziamento sociale e dalle limitazioni agli spostamenti tuttora vigenti. Siamo riusciti comunque a dotare tutte le nostre Associazioni federate di un Protocollo Sanitario rigoroso ma allo stesso tempo di facile comprensione; abbiamo offerto a tutti gli iscritti un corso completamente gratuito di introduzione al mondo del fuoristrada; abbiamo arricchito l’offerta di convenzioni esclusive con partner commerciali d’eccezione; abbiamo varato il Corso di 1° livello per volontari di Protezione Civile, che potrà essere erogato in tutta Italia sia al corpo volontari Prociv di FIF che a quello delle altre Organizzazioni iscritte nelle liste del Dipartimento. Oltre a questo abbiamo anche iniziato ad organizzare le sezioni periferiche di Protezione Civile FIF in sette importanti Regioni

italiane; abbiamo rafforzato tutta la struttura istituzionale delle Delegazioni Regionali e quella digitale della Segreteria; abbiamo RIVISTA UFFICIA concluso l’iter didattico formativo di nuovi Istruttori e Assistenti della Scuola Federale e, infine, ci stiamo approntando a rendere note una serie di iniziative di grande importanza e di sicuro successo per tutto il nostro mondo di appassionati che vedranno la luce nel corso del nuovo anno. Tutto questo incessante lavoro non è stato il frutto dell’abnegazione di pochi, ma è stato possibile solo grazie all’impegno di tutti, perché i grandi obiettivi si raggiungono solo coralmente. Colgo l’occasione dell’uscita di “fuoristrada4x4” (sempre presente e puntuale) per ringraziare in primis tutti i nostri Club, che si sono dimostrati animati da grande senso di responsabilità e partecipazione, e tutti i nostri quadri dirigenziali, che hanno saputo reagire con serietà e determinazione alla sfida che ci vedeva ingaggiati. Tutto ciò nonostante i sacrifici a cui già erano chiamati, al pari di tutti gli Italiani, nella gestione delle proprie vite private. Sono fiero del lavoro di tutti e auguro di cuore a voi e alle vostre famiglie un 2021 all’insegna di una ripartenza che sono certo farà sentire anche voi fieri di appartenere al dinamico mondo della Federazione Italiana Fuoristrada. Marco Pacini Presidente Federazione Italiana Fuoristrada


chefoto


questo mese

FUO FUO

RIVISTA UFF

9

pillole

20

avventure

46

novità

68

notizie

RIVISTA UFFI CIAO… CI VEDIAMO TRA QUALCHE ANNO! (SECONDA PARTE)

36

SUZUKI E IED - VIDEO

56

racing

focus

FIF ALLA DAKAR AVTOROS SHAMAN - VIDEO

74

storia

LAND ROVER

BAJA 1000

86

calendario




Bringing light to life OSRAM LEDriving® driving & working lights I fari da lavoro e gli abbaglianti omologati LED OSRAM offrono la più sofisticata tecnologia LED e il design più accattivante sul mercato. I prodotti sono disponibili in 4 categorie (funzionale, multifunzione, sottile e valore), permettendo una grande varietà di prestazioni, forme e fasci di luce, con una potente illuminazione fino a 450m. Per veicoli a 12 e 24 V*. Credi in OSRAM - n. 1 nell’illuminazione automotive

La luce è OSRAM

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* Le Driving lights devono essere montate in coppia sui veicoli a 12/24V

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pillole Presentata a metà novembre, in esclusiva per il Nord America, la nuova Jeep Wrangler Rubicon 392 è quipaggiata con il motore V8 da 6,4 litri (capace di 470 CV e 637 Nm di coppia) ed è la Wrangler più potente mai prodotta. Offre le prestazioni offroad grazie ad ottimi angoli di attacco e di uscita, una migliorata escursione delle sospensioni e capacità di guado pari a 82,5 cm. Trasmissione automatica a otto marce TorqueFlite con paddle del cambio al volante, sistema integrale full-time con scatola di rinvio a due velocità Selec-Trac, assali Dana 44 heavy-duty, bloccaggi elettronici dei differenziali Tru-Lock e barra stabilizzatrice anteriore a scollegamento elettronico. Rinnovati anche la taratura delle sospensioni, il kit di sollevamento da 5 cm, il sistema frenante e gli ammortizzatori FOX. I cerchi sono da 17” e gli pneumatici da 33”


pillole

Yamaha Wolverine RMAX 1000 è un modello adrenalinico di nuova generazione, a 2 e 4 posti Side by Side, entrambi disponibili anche in versione SE (Special Edition). Tutti spinti dal bicilindrico DOHC da 999 cc, i quattro modelli del Wolverine RMAX 1000 poggiano su pneumatici GBC Dirt Commander da 30â€? e utilizzano ammortizzatori FOX QS3. La nuova famiglia Wolverine è attualmente disponibile solo tramite richiesta online.


Infatti dal 27 novembre Yamaha ha lanciato un sistema di ordinazioni via internet con i seguenti prezzi: • Wolverine RMAX 2 1000 € 24.499,oo • Wolverine RMAX 2 1000 SE € 28.299,oo • Wolverine RMAX 4 1000 € 28.299,oo • Wolverine RMAX 4 SE 1000 € 29.999,oo Le prime consegne inizieranno da marzo 2021 in base all’ordine di arrivo in tutta Europa


pillole

Il nuovissimo Ford F-150 Tremor combina un’eccezionale capacità di traino e carico utile con una maggiore abilità fuoristrada, con sospensioni e hardware della trasmissione migliorati, maggiore escursione delle sospensioni, migliori angoli (attacco 27,6 gradi, breakover di 21,2 gradi e uscita di 24,3 gradi). Da segnalare anche il sistema di assistenza in curva off road e I nuovi pneumatici per tutti i terreni General Grabber da 33 pollici montati su esclusivi cerchi da 18. È disponibile con motore EcoBoost V6 da 3,5 litri e cambio automatico a 10 velocità e trazione integrale standard



pillole


Il 2021 segna la decima partecipazione del team Xtreme + e di Polaris RZR alla Dakar. “Quest’anno portiamo in gara la nuova RZR Pro XP - ha dichiarato il team manager Marco Piana - Abbiamo trascorso sei mesi nello sviluppo, duro lavoro, studio e collaborazione con Polaris per renderlo il miglior veicolo possibile… e i commenti dopo i primi giorni di test in Tunisia sono stati unanimi: facile, robusto e comodo. Montiamo pneumatici super-affidabili CST Apache e l’intera trasmissione di Sky Works che utilizza sospensioni del marchio francese Donnere è molto efficace”


pillole

Ford Bronco e Filson hanno unito le forze per celebrare i vigili del fuoco e sostenere la National Forest Foundation, svelando l’edizione limitata di Bronco + Filson Wildland Fire Rig. Caratterizzato dall’iconica vernice Forest Service Green (simile alla prima generazione di U.S. Forest Service Bronco) questo mezzo include uno sistema antincendio completo. Nella parte anteriore è installato con un verricello WARN Zeon 10s, mentre in alto troneggia un robusto portapacchi. Sono presenti attrezzature antincendio tra cui pale, asce, pompa dell’acqua ad alta pressione Davey e serbatoio dell’acqua da 50 galloni, montato sul retro. C’è anche una motosega Stihl, due elmetti, un martinetto di sollevamento. Per aggiungere affidabilità sulle ruote è stato applicato un rivestimento ceramico Cerakote



pillole


Con la fida Suzuki Gran Vitara T1 ufficiale Lorenzo Codecà e Mauro Toffoli hanno conquistato l’undicesimo titolo tricolore Cross Country. “Una grande vittoria! Al Rally Tuscan abbiamo fatto il necessario, e cioè portare la nostra vettura in fondo alla gara e salire quindi in vetta al Campionato – ha dichiarato Codecà – Una grande soddisfazione per noi e per Alfio Bordonaro, che ha vinto il T2 portandoci a casa anche il titolo italiano Costruttori”. In Toscana è infatti andato in scena anche l’ultimo sprint stagionale per gli equipaggi in gara per il Suzuki Challenge, composto dalle New Grand Vitara in versione in versione DDiS 1.9 allestite con le specifiche del Gruppo T2, tutte dotate di pneumatici BFGoodrich. Obiettivo centrato per Alfio Bordonaro (nella foto) che insieme a Roberto Briani ha realizzato cinque scratch su sei prove, intascando così il trofeo Suzuki per la quarta volta


avventure

di Domenico Faro


UNA COPPIA SEMPRE IN VIAGGIO (SECONDA PARTE)

CIAO... CI VEDIAMO TRA QUALCHE ANNO! Continua la storia di Vera e Aldo, che in quattro anni hanno visitato ben 51 paesi con “totò”, il loro Toyota Land Cruiser opportunamente modificato. Questo mese scopriamo le emozioni provate nei luoghi visitati e i loro programmi quando finirà l’emergenza covid19


pronti a ripartire!

Nel A Key West (Florida), il punto più a sud degli USA, a solo 90 miglia da Cuba

L’incredibile Quebrada de las Flechas in Argentina

numero scorso di fuoristrada4x4 ci siamo occupati del fenomeno degli overlarders, coloro che (beati loro) girano il mondo su automezzi adatti per potere superare percorsi impervi e, nel contempo, adatti pure a divenire perfette dimore, grazie a opportune modifiche e accessori. Abbiamo anche detto che ci sono aziende statunitensi e tedesche che, per cifre variabili, mettono a disposizione camion a 4 o 6 ruote motrici con interni da hotel a 5 stelle, comprensivi di lavatrice, pannelli solari, impianto satellitare… e chi più ne ha più ne metta. Soldi a parte, per essere un vero overlander ci vuole soprattutto un po’ di spirito di avventura e tanta voglia di viaggiare, non dando troppo peso alle comodità ma mostrando capacità di adattamento, abilità varie (anche di guida naturalmente) e pazienza per districarsi in situazioni difficili, sia con il mezzo sia con le varie burocrazie con cui si viene in contatto. In certi paesi infatti le complicazioni iniziano già con le pratiche doganali, che a volte richiedono attese pressoché “eterne”. Vera e Aldo, che abbiamo conosciuto il mese passato, sono diventati overlarders per passione e dopo quattro anni di viaggio sono già riusciti a visitare ben 51 paesi in 5 continenti. I due viaggiano su un Toyota Land Cruiser, soprannominato “totò”, scelto per le sue doti fuoristradistiche e per le sue ridotte dimensioni, che permettono di poterlo imbarcare all’interno di un container. Ovviamente “totò” è stato opportunamente modificato per poter ospitare, di giorno e di notte, i due nostri overlanders.


Un relitto sulla costa della Patagonia (Cile)


pronti a ripartire!


Le Dunes di Paracas in PerĂš


pronti a ripartire!

Ma di questo lungo peregrinare cosa è rimasto nel loro animo? E quali ricordi dei molti paesi visitati sono maggiormente vivi? Australia, attraversamento del fiume Pentecost

Va premesso che i due viaggiatori confessano che tutti i luoghi, nessuno escluso, hanno lasciato in loro grandi emozioni, con sensazioni diverse e forti in ogni paese visitato. Tra le esperienze più belle c’è senz’altro l’attraversamento di tutta la Russia da ovest a est, viaggiando per chilometri senza incontrare nessuno o a fianco della famosa linea ferroviaria Transiberiana, ove è possibile incrociare treni lunghi centinaia di vagoni. Ma, si dice, che il primo amore non si scorda mai e il primo loro importante traguardo/ amore è stato il Giappone, un paese dove il moderno e le tradizioni culturali viaggiano sempre a braccetto. Ricordi rimasti incisi nel cuore soprattutto dopo aver visitato la città di Nagoya, dove c’è lo stabilimento “numero uno” di Toyota, e dove il loro Land Cruiser “totò” ha reso omaggio alla sua “casa natale”. Dal ricco Giappone hanno poi potuto toccare con mano la povertà di alcune aree quali il Nepal, o alcune zone dell’India, dove si vive in condizioni di precarietà e dove tuttora manca l’acqua potabile. Restando in Asia, ovviamente non si sono fatti mancare il mare meraviglioso e gli ornatissimi templi della Thailandia, per poi attraversare l’Indonesia e il Borneo.

In Giappone, nei pressi del monte Fuji

Sensazioni ed emozioni completamente diverse in Australia, con condizioni climatiche assolutamente differenti da nord a sud, dove si arriva a sfiorare i 50 gradi. In Australia Vera e Aldo hanno conosciuto una coppia brasiliana con cui hanno


Una cascata di ghiaccio in Canada


pronti a ripartire!


La cittĂ di Guatape in Colombia


pronti a ripartire!

Località Kho Lanta, in Tailandia

condiviso parte del viaggio e… diviso le spese del container per imbarcare i propri mezzi con destinazione sud America, ove sono giunti dopo 60 giorni di navigazione. Proprio in sud America hanno portato a termine i primi due anni di viaggio e, visto che avevano speso meno del previsto, hanno affrontato il tour sudamericano con più “calma”, investendo più tempo per poter godere la vista di Ushuaia, punta più meridionale dell’Argentina, la selvaggia natura della Patagonia o i percorsi di rafting “più belli del mondo” in Cile. In Bolivia hanno addirittura percorso la famosa strada della morte, stretta e a strapiombo, percorsa quotidianamente da camion e pullman come una qualsiasi provinciale di casa nostra. E a proposito di strade una che è rimasta nel loro cuore è la Transamazzonica in Brasile, che attraversa la selvaggia Amazzonia, finita sulle cronache di questi ultimi anni per una deforestazione non regolamentata, che va a squilibrare l’ecosistema globale. Vera e Aldo hanno anche potuto constatare in prima persona come la costa pacifica del Perù sia ormai completamente deturpata dalla plastica monouso, mentre è stato curioso scoprire che la città di Quito, in Ecquador, si trova esattamente allo 0.00:00” di latitudine. Proprio a Quito i nostri eroi hanno tagliato il traguardo di 100 mila chilometri percorsi.

La statua di sale a ricordo della Dakar a Uyuni, in Bolivia

Passando in Nord America, come ricordare con nostalgia il Messico, rimasto impresso nel cuore di Aldo e Vera per le bellezze naturali, la cultura e la cucina. Gli Stati Uniti invece hanno entusiasmato i nostri overlanders per il senso di esagerazione di tutto… e non poteva essere diversamente!


Brasile, nella zona detta Pantanal


pronti a ripartire!

Lo spettacolo dell’aurora boreale in Alaska



pronti a ripartire!

All’ingresso di Toyota City

Vita frenetica e consumismo eccessivo delle metropoli si contrappongono però alle bellezze dei parchi e dei panorami dello Utah, dell’Arizona e del Nevada, capaci di regalare forti emozioni con percorsi ora scavati sulla roccia, poi tra attraverso deserti di sabbia o di terra arida e rossa. Ma il luogo “più bello di tutti”, che viene subito in mente a Aldo e Vera è indubbiamente l’Alaska. Un mese di permanenza che ha regalato loro forti emozioni ed esperienze mai vissute, come pescare il salmone, preparare il caviale o essere ospitati dalla gente del luogo. Hanno anche avvistato orsi grizzly, aquile e alci oltre ad aver assistito più volte all’aurora boreale. L’Alaska ha offerto il meglio di sé e sicuramente li ha colpiti più di tanti altri paesi. Il Canada ha poi segnato la fine dell’avventura panamericana, arrivando alla punta più settentrionale e raggiungendo l’Oceano Artico… ove i due si sono tolti lo sfizio di assaggiare con i piedi le gelide acque. Da qui, causa pandemia Covid19, i nostri overlanders hanno dovuto rivedere i loro programmi. Sono infatti riusciti a far rientrare in un container il Land Cruiser e, non senza difficoltà, sono tornati in Italia, ove ora sono in modalità “pausa” in attesa di riprendere il “largo”.

USA: il selvaggio paesaggio dello Utah

Ma non stanno fermi… attualmente Aldo e Vera si tengono in allenamento (anche se non ne avrebbero proprio bisogno) e in questi ultimi mesi hanno molto viaggiato in Italia, scoprendo (o riscoprendo) le bellezze di casa e nel frattempo preparando nuove avventure, con probabili destinazioni Grecia, Turchia, Medio Oriente e Africa… Buon viaggio e… vi terremo informati!


In compagnia di uno squalo balena nelle acque messicane


focus


AVTOROS SHAMAN AR 3983

GRANDE È

BELLO “Shaman” è un veicolo russo, caratterizzato da pneumatici a bassa pressione e da sospensioni particolarmente evolute. Viaggia facilmente attraverso paludi, tundra, fiumi e persino laghi poco profondi… e ha un cuore italiano


grande é bello

Se

pensate in grande e se pensate ad un veicolo senza compromessi, forse vale la pena di approfondire la conoscenza con questo Shaman, prodotto dall’azienda russa Avtoros. La storia di questa azienda parte da una sfortunata avventura sul monte Elbrus nel 1997. Accadde infatti che un gruppo di amici, dopo aver toccato i 5621 metri di altitudine ebbe la sfortuna di veder tranciato il cavo di sicurezza della loro Land Rover Defender durante la discesa. Da quel momento partì l’idea, anche se i primi passi concreti arrivarono solo nel 2005 allorquando le idee cominciarono a diventare progetti. Caratterizzato da pneumatici a bassa pressione e da sospensioni indipendenti per ciascuna delle otto ruote, lo Shaman AR 3983 se la cava benissimo attraverso paludi, tundra, fiumi e persino laghi poco profondi. Può infatti essere equipaggiato anche con propulsione ad elica, che garantisce una tranquilla navigazione fino ad un’andatura di 4 miglia orarie. Il veicolo ha infatti un telaio totalmente ermetico, la cui forma gli permette scivolare sull’acqua, anche grazie all’ausilio di pompe ad alte prestazioni (fino a 200 litri al minuto) che rimuovono l’acqua dal telaio. Queste caratteristiche che ne fanno quasi un vero mezzo anfibio.



grande é bello

Il promo prototipo di Avtoros vide la luce nel 2007 (con sei ruote motrici) mentre l’anno dopo debuttò al salone di Mosca la prima versione con 4 assi. Da allora, anno dopo anno, il veicolo (che ha preso il nome di Shaman nel 2012) ha iniziato un’evoluzione che in pratica non si è mai conclusa e prosegue tuttora. Nel 2014 sono arrivati i primi pneumatici progettati internamente e caratterizzati dalla possibilità di essere utilizzati con pressioni molto basse. Oltre a migliorare aderenza e motricità questo tipo di pneumatici permette di non danneggiare i terreni attraversati dallo Shaman

Nonostante le dimensioni da medio veicolo industriale, Shaman mostra manovrabilità e reattività eccezionali e, grazie al sistema di trazione a otto ruote motrici, stabilità e motricità sono garantite ovunque. Anche il livello di comfort è apprezzabile, sia per i passeggeri che per il conducente. All’interno c’è abbastanza spazio per far sentire tutti a proprio agio; il conducente siede al centro dell’abitacolo e per lui il campo visivo fornito dall’ampia vetratura è davvero eccezionale. Il sedile del pilota è completamente regolabile in tre dimensioni mentre la distribuzione ergonomica degli elementi del pannello di controllo è un altro fattore che rende la guida semplice e rilassata. I comandi di guida, di tutte le funzioni e sistemi sono infatti intuitivi e di facile utilizzo. Shaman è prodotto principalmente in due versioni: “Turistico”. Puoi portare facilmente fino a 8 compagni di viaggio. Per ciascuno di essi c’è un sedile, con braccioli, regolabile individualmente. Ogni sedile è dotato di cinture di sicurezza a tre punti. “Hunter”. Questa versione ha invece delle “panche” al posto dei sedili singoli; panche che possono essere trasformate in letti per quattro persone in pochi secondi.



grande é bello

Indipendentemente dalla variante c’è (e ci macherebbe altro!) molto spazio per riporre le attrezzature. Shaman è un veicolo perfetto per la pesca, le battute di caccia o l’escursionismo estremo e vanta tre opzioni di manovrabilità. È possibile sterzare solo le ruote anteriori, il che è perfetto quando si viaggia su strada o su fuoristrada poco impegnative. Sterzare solo con le ruote posteriori è invece un’opzione perfetta per affrontare manovre in spazi risicati. Infine sterzare tutte le ruote nella stessa direzione permette di viaggiare “di traverso” ed evitare ostacoli quando lo spazio ai lati non lo permetterebbe. Infine è importante sottolineare che sotto il cofano di Shaman batte un cuore italiano; Iveco per l’esattezza. Si tratta infatti del propulsore turbodiesel F1C da 3 litri, capace di 146 cavalli per una coppia di 350 Nm a 1.200 giri al minuto. Questa unità motrice permette allo Shaman di muoversi agevolmente in fuoristrada a velocità particolarmente basse e di spingersi sino a 70 chilometri orari su asfalto. Il consumo? Beh, Shaman non è certo “risparmioso”. Possiamo considerare attendibili i 25 litri per 100 chilometri dichiarati dal costruttore, ottenuti mixando vari tipi di percorso.



grande ĂŠ bello


Principali Caratteristiche Tecniche

Peso Massimo carico Lunghezza Larghezza Altezza Altezza dal suolo Carreggiata Capacità serbatoio

4.800 kg 1.500 kg 6300mm 2500mm 2700mm 450mm 1950mm 260 Lt

Motore Cavalli Coppia

Iveco F1C, 3.0 TD 146 350 Nm

Trasmissione Cambio manuale Differenziale autobloccante Pneumatici a bassa pressione Velocità massima Velocità massima in acqua

a 8 ruote motrici 6 rapporti più due ridotte su uno o due assi Basic X-Trim (1200-600 x 21) 70 km/h 9 km/h


novità

SUZUKI E IED

OGGI È GIÀ DOMANI


GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN DI TORINO PRESENTANO I VEICOLI A TRAZIONE INTEGRALE NATI DALLA COLLABORAZIONE CON SUZUKI


oggi è già domani


Non

è la rima volta che ci occupiamo di come saranno (o meglio di come potrebbero essere) i fuoristrada del futuro. In un periodo in cui le automobili stanno rapidamente cambiando, in cui addirittura il concetto stesso di mobilità si sta rapidamente modificando, i mezzi off road non possono certo restare immuni da questa ondata di cambiamento. E i primi segnali in tal senso già si scorgono, tant’è vero che ormai molte case stanno iniziando a lanciare fuoristrada ibridi o addirittura elettrici puri. In questo servizio oggi facciamo la conoscenza con due idee di automobile nate dalla collaborazione tra l’Istituto Europeo di Design di Torino e Suzuki Italia. Partner dei progetti di tesi in Car Design 2019/2020, Suzuki ha chiesto agli studenti del corso Triennale in Transportation Design di sviluppare un 4x4xALL, un nuovo veicolo ibrido o elettrico che, rispecchiando la tradizione d’eccellenza di Suzuki e in continuità con gli iconici off road Jimny e Vitara, esprimesse soprattutto questo obiettivo della casa automobilistica: non la performance a ogni costo, o la pura tecnologia, ma la grande attenzione all’aspetto più importante della progettazione, l’essere umano. Tutte le proposte degli studenti sono state sviluppate integralmente, negli esterni e negli interni, a partire dalla fase iniziale di studio, analisi del brand e di mercato, ricerca di stile e sketching, fino alla fase finale di modellazione 3D e video rendering.


oggi è già domani


Otto le soluzioni presentate dai 27 studenti provenienti da 7 Paesi diversi che, organizzati in gruppi, hanno risposto alla sfida di Suzuki lavorando in sinergia da continenti diversi e superandole distanze imposte dal lockdown con impegno e determinazione. Tra i tanti progetti presentati due in particolare ci interessano. Il primo si chiama U:man ed è frutto dell’ingegno di Raffaele Anile, Nicolò Bettinelli, Fiorenzo Fiorentino e Fabrizio Luciano. Il progetto riprende la filosofia Suzuki, guardando ai prodotti classici della casa automobilistica come Jimny, Vitara e Samurai, e mette al centro l’utente, focalizzandosi sulla “user experience”.


oggi è già domani

Adatto sia all’avventura che all’uso quotidiano, U:man ha proporzioni compatte. Seguendo il criterio ”la forma segue la funzione”, gli elementi funzionali diventano stilistici, come il rollbar a vista e una greenhouse che permette un’ampia visibilità. Oltre a ciò calandre e fari antropomorfi spingono verso l’umanizzazione del veicolo, che può essere ampiamente personalizzato dall’utente con numerose proposte di allestimenti e colorazioni. Maud è invece un’automobile elettrica pensata da Lorenzo Ciuffatelli e Stefano Parolini, che combina la tecnologia 4x4 con il design ”per tutti”. Attraverso soluzioni modulari che si adattano a diverse esigenze e gusti, la vettura può essere infatti personalizzata e resa unica con pacchetti acquistabili e sostituibili in accordo con i differenti utilizzi, anche stagionali, da parte dell’utente. Idealmente ispirato allo smartphone (oggetto basico che offre infinite possibilità di personalizzazione attraverso la scelta delle applicazioni) Maud permette di installare varie combinazioni di componenti e di essere così implementato non solo attraverso la scelta delle modalità di carico, con bande e portapacchi di diverse dimensioni, ma anche della disposizione degli interni. Oltre ai due sedili anteriori, le sedute posteriori possono variare di numero e dimensioni grazie a tre binari posizionati sul pavimento. Lo stesso concetto è applicato alla plancia, con volanti e vani portaoggetti interscambiabili e dalle numerose combinazioni.



oggi è già domani “I progetti di tesi sono il culmine del percorso triennale dei nostri studenti, il trampolino di lancio verso il loro futuro professionale. È il momento in cui sono liberi di esprimere al massimo la loro creatività e le competenze acquisite durante gli studi - dichiara Paola Zini, Direttore IED Torino - Quest’anno più che mai i nostri studenti hanno dimostrato di saper affrontare le sfide, reagendo alle difficoltà con coraggio, coordinandosi a distanza e lavorando insieme, spesso da un continente all’altro, per portare a termine la progettazione. La prestigiosa collaborazione con Suzuki ha valorizzato le attitudini dei singoli studenti, con un brief molto aperto che ha permesso la nascita di concept diversi tra loro, espressione di diverse attitudini e personalità, ma sempre frutto della stessa grande passione”.

Suzuki ha da pochissimo introdotto una nuova versione “autocarro” del Suzuki JIMNY. Per soddisfare ulteriormente le esigenze dei professionisti, JIMNY in versione autocarro è dotato di un ampio vano bagagli con pianale piatto e rete divisoria di sicurezza per il carico. Il JIMNY categoria N1 è caratterizzato dalle stesse prestazioni offroad senza compromessi già note sulla versione passeggeri, garantite dalle caratteristiche di progetto: telaio a traliccio, motore longitudinale, angoli caratteristici (attacco, dosso, uscita), sospensioni a ponte rigido e 3 bracci e trazione 4x4 ALLGRIP PRO dotata di riduttore


I progetti in collaborazione con Suzuki sono stati realizzati da: Raffaele Anile (Italia), Amit Ansurkar (India), Nikolay Balimezov (Bulgaria), Nicolò Bettinelli (Italia), Michele Brandoli (Italia), Christian Capone (Italia), Lorenzo Cattadori (Italia) Lorenzo Ciuffatelli (Italia), Samuele Errico Piccarini (Italia), Francesca Ferdinandi (Argentina), Fiorenzo Fiorentino (Italia), Edoardo Lageard (Italia), Chung Yeob Lee (Corea del Sud), Kyujin Lee (Corea del Sud), Edoardo Lorenzetto (Italia), Fabrizio Luciano (Italia), Riccardo Gastaldi (Italia), Federico Gironda Veraldi (Italia), Kevin Enrico Moretta (Italia), Mitsuru Morita (Giappone), Paolo Minio (Italia), Stefano Parolini (Italia), Salvatoreandrea Piccirillo (Italia), Cristhian Sebastian Urbano Vendramini (Argentina), Marco Vicario (Italia), Juyeong Yang (Corea del Sud), Can Yigit (Turchia)


racing

BAJA 1000 2020

COME IN TANTE ALTRE CATEGORIE DEL MOTORSPORT ANCHE IL CAMPIONATO SCORE WORLD DESERT SI È VISTO COSTRETTO A SIGNIFICATIVI CAMBIAMENTI PER ADATTARSI ALLA REALTÀ DELLA PANDEMIA COVID. QUESTO NON HA PERÒ IMPEDITO A 185 EQUIPAGGI DI PARTECIPARE ALLA CLASSICA MESSICANA DI NOVEMBRE


di Niccolò Gargiulo Photo SCORE / Art Eugenio


un affare di famiglia

Protocolli

di sicurezza, personale ridotto, niente pubblico nella zona di partenza e arrivo. A causa dell’emergenza coronavirus, come accaduto in tante discipline dello sport e delle corse automobilistiche, anche gli organizzatori del campionato SCORE World Desert Championship hanno dovuto modificare i propri piani per l’anno 2020, senza però rinunciare alla gara più importante del calendario: la Baja 1000, in assoluto la desert race più famosa del mondo. In gara, a fine novembre, soprattutto mezzi a quattro ruote (con in testa la classe regina dei pickup “Unlimited Custom Trucks”) ma anche tanti quad e motociclette.

DANIEL MCMILLIN / JUSTIN SMITH (CHEVY C1500 - MASON), UNA DELLE COPPIE FAVORITE PER LA VITTORIA ASSOLUTA, SONO STATI COSTRETTI AL RITIRO PER GUAI TECNICI A METÀ GARA

La Baja 1000 di quest’anno si è affiancata all’unica altra gara del campionato SCORE (la versione più corta della classica messicana, la Baja 500), condividendone parte del tracciato portando tutto lo spettacolo della guida fuoristrada nella regione di Ensenada nella Bassa California. Tra i 185 equipaggi partecipanti ben 22 erano iscritti nella classe regina SCORE Trophy Truck, mostri da corsa con più di 900 cavalli capaci di completare il durissimo percorso di 1.445 Km in poco più di 19 ore.



un affare di famiglia


CODY E BRIAN PARKHOUSE (JIMCO – CHEVY) – VINCITORI DELLA CATEGORIA CLASS 1, LA CATEGORIA PIU’ COMPETITIVA DOPO QUELLA RISERVATA AGLI SCORE TROPHY TRUCK


un affare di famiglia

La velocità media in gara del vincitore, circa 74 chilometri orari, può sembrare un dato non particolarmente impressionante, ma si tenga presente che ai velocissimi tratti nel deserto si alternano impervi tratti ricchi di ostacoli e dislivelli, che hanno reso il talento e l’esperienza dei singoli piloti ancora più fondamentali. Il prototipo Bronco R Race, pilotato da Cameron Steele, Shelby Hall e un team di piloti veterani ha concluso la gara in Classe 2 in poco più 32 ore.

Complessivamente,

la prima generazione di Bronco aveva ottenuto cinque vittorie di classe Baja 1000 (1967, ‘69, ‘69, ‘71 e ‘72) e due vittorie nella Baja 500 nel 1970 e 1973. Il

modello successivo (1978-95)

continuò la leggendaria serie di vittorie di Classe 3 nella Baja 500 dal 2004 al 2015 e ottenne 15 vittorie di Classe 3 nella Baja 1000 tra il 2002 e il 2019. Quest’anno però, nella classe 2, il Bronco è stato però sonoramente battuto dal prototipo Baja Boot SCG

Primo sul traguardo, dopo 19 ore e 10 minuti, è stato Luke McMillin che ha preceduto altri 110 mezzi capaci di tornare a Ensenada. Luke, fiero rappresentante dell’esperta famiglia di fuoristradisti Made in USA, era affiancato sul pickup Ford F-150 Racer dal veterano Larry Roeseler. “È stata una giornata fantastica - ha dichiarato Luke a fine gara - Larry ha fatto un lavoro straordinario… non per niente Larry ha vinto questa corsa 13 volte. Mi ha passato l’auto in perfetto ordine, eravamo terzi… proprio lì con i migliori, quando è toccato a me. Stavamo solo aspettando che i primi commettessero un errore. Poi Ampudia ha bucato gomma a terra e io stavo seguendo mio fratello (Dan McMillin, n. 23)… allora lui mi ha lasciato andare, da quel grande compagno di squadra che è. La gara è stata serrata tutto


L’unico altro prototipo iscritto nella categoria Classe 2, contro il Ford Bronco ufficiale, era il Baja Boot della Scuderia Cameron Glickenhaus nr.2022. La vettura aveva mosso i suoi primi passi proprio alla Baja 1000 dello scorso anno e quest’anno ha mostrato un netto miglioramento., Spinta da motore GM V8 da 6,2 litri (capace di 650 cavalli), era guidata da Darren Skilton e John Krellwitz, che sono riusciti a conquistare la vittoria di classe con 27 minuti di vantaggio sul Ford Bronco nonostante un cappottamento e una foratura che non hanno però compromesso la meccanica


un affare di famiglia

Con la sua vittoria McMillin ha anche guadagnato 25.000 dollari, premio offerto dagli sponsor SCORE e BFGoodrich Tires. La casa di pneumatici ha tra l’altro messo a segno la 31esima vittoria assoluta in questa gara. Oltre al suo defunto nonno Corky, i membri della famiglia McMillin che hanno mietuto successi in questa specialità includono suo fratello Daniel, suo padre Mark, lo zio Scott e i cugini Andy e Jessica. Come famiglia, i McMillins hanno ora ottenuto un record di 13 vittorie complessive nello SCORE Baja 1000. Luke McMillin ha conquistato quest’anno il suo primo successo assoluto, suo padre Mark ne vanta cinque, mentre il cugino Andy e lo zio Scott hanno vinto due volte questa corsa leggendaria



un affare di famiglia

TIM HERBST / PAT DEAN (FORD F-150 – HERBST-SMITH), QUINTI AL TRAGUARDO

il giorno tra Dan, Ampudia e Rob Mac Cachren e me. È difficile aumentare il ritmo in una gara di 1.000 miglia senza rischiare di picchiare duro quindi abbiamo cercato di essere strategici su questo: si è trattato di una gara dura ma il percorso era ottimo”. McMillin è quindi riuscito a battere il fratello Daniel (vincitore della Baja 500 ma ritiratosi nella Baja 1000) ma soprattutto è riuscito a prevalere su Rob Mac Cachren (su Ford F-150 – Geiser), detentore del più alto numero di vittore con gli SCORE TrophyTrucks. Mac Cachren si è classificato secondo con undici minuti di ritardo, mancando così di pochissimo la sua quinta vittoria nella Baja 1000.

LUKE MCMILLIN / LARRY ROESELER (FORD F-150 – RACER), VINCITORI ASSOLUTI DELLA BAJA 1000 2020

Sul terzo gradino del podio la coppia composta da Bryce Menzies e Andy McMillin (cugino di Luke) in ritardo di poco più di mezz’ora dal vincitore a bordo di un Ford Raptor - Mason. Va infine sottolineato il dominio Ford, con ben 6 pickup ai primi sei posti. Per trovare il primo veicolo di un’altra marca bisogna risalire sino a quella vecchia volpe che risponde al nome di Robby Gordon, settimo con il suo Chevy Silverado.


WAYNE MATLOCK / JOSHROW (POLARIS RZR XP4 TURBO) PROTAGONISTI NELLA CATEGORIA PRO UTV FI

ROB MACCACHREN / JOSH DANIEL, QUATTRO VOLTE VINCITORI DELLA BAJA 1000, NON SONO RIUSCITI A RIPETERE L’IMPRESA DEL 2016 ACCONTENTANDOSI DEL SECONDO POSTO


notizie


LA FIF ALLA DAKAR CLASSIC

RITROVIAMO LA

VERA DAKAR LUCIANO CARCHERI E ROBERTO MUSI SONO I DUE ESPERTISSIMI SOCI FIF CHE HANNO DECISO DI TORNARE ALLA DAKAR CON UN’AUTO D’EPOCA (UNA NISSAN DEL ’99), INAUGURANDO LA NUOVA “DAKAR CLASSIC” RISERVATA AD AUTO E CAMION DEGLI ANNI ‘80 E ‘90


ritroviamo la vera dakar

Ci

sono tanti modi di partecipare ad un evento mitico e avventuroso come la Dakar… e Luciano Carcheri può dire di averne provate parecchie. Ne ha corse molte in motocicletta, poi una in automobile ed ora sta per affrontare nuovamente una Dakar con un’auto d’epoca… la stessa Nissan Patrol GR con la quale aveva gareggiato nel 1998!

Luciano Carcheri e la sua Nissan alla Dakar del 1998

E’ questo un progetto che parte da lontano, da quando tempo fa gli organizzatori avevano deciso di organizzare una “gara nella gara” riservata a veicoli storici. Sarà composta da 12 tappe, di una lunghezza varabile tra i 200 e i 300 chilometri, che si correranno “in parallelo” con la Dakar principale ma saranno differenti e meno complicate, per evitare troppi problemi meccanici a mezzi che, pur preparati bene, sono comunque “datati”. L’evento è stato battezzato “Dakar Classic” e quest’anno vedrà al via una trentina di veicoli tra auto e camion degli anni ‘80 e ‘90.

E tra questi la Nissan di Luciano Carcheri e Roberto Musi, due soci FIF che orgogliosamente porteranno il logo della Federazione a spasso per il deserto Saudita. “La mia passione per i motori – dice Carcheri – comincia con l’enduro motociclistico, di cui ho vinto un Campionato Italiano, e con le motoslitte del Team Italia, con cui ho partecipato a due campionati Europei. L’Africa e la Parigi Dakar sono sempre state la mia passione: vi ho corso per otto volte di cui sette in moto e una in auto. Ma non posso certo dimenticare tutti gli altri prestigiosi rally Internazionali a cui ho preso parte: Incas Rally Perù, Rally di Tunisia, Rally del Marocco e Rally dei Faraoni. Questi ultimi due li ho corsi in auto con una Isuzu D-max e una Mitsubishi Pajero”. Ma Luciano Carcheri è un pilota a tutto tondo, che non si è limitato alla sabbia delle piste africane. “Nel 2016 sono passato alla pista, correndo il Gran Premio Storico di Montecarlo con una monoposto Taraschi, e nel 2017 ho corso tutto il campionato Nascar Euro Series su una Toyota del team Alex Caffi Motorsport, classificandomi al terzo posto finale della Categoria Elite 3”. E ora torni alla Dakar assieme a Roberto Musi… ma sarà una gara totalmente diversa a quelle a cui hai partecipato in passato. “Ritorno alla Dakar con la stessa passione e soprattutto con la stessa Nissan Patrol GR con la quale 23 anni prima avevo corso la Parigi Granada-Dakar. Un’emozione indimenticabile. Fu un’edizione molto dura, 10.600 chilometri con moltissime dune e attraversamenti di erg, una Dakar davvero impegnativa ma che riuscii a portare a termine sino al mitico



ritroviamo la vera dakar

Lago Rosa… e oggi si torna in ballo, da ambasciatre FIF in compagnia di Roberto Musi, anche lui super-esperto in materia”. Musi infatti vanta oltre 200 rally e spedizioni nel deserto dal 1986 ad oggi. Spiccano tra queste, oltre alla Dakar, il Rally di Tunisia, del Marocco, dei Faraoni, l’Abu Dhabi Desert Challenge, il Dubai Desert Challenge, l’ Italian Baja, il Baja Aragon, il Baja Portalegre. Inoltre altri rally, nella vesti di organizzatore, team manager, responsabile assistenza, reporter, navigatore oltre che di pilota. Eventi quali Africa Race, Sand Dream Rally, Libya Desert Challenge, Albania Rally, 24 Hours Rally Greece, Turkmenistan Desert Race lo hanno visto tra i protagonisti, senza dimenticare le tante gare del Campionato Italiano Cross Country ed una miriade di spedizioni nel Sahara alla guida di gruppi di fuoristradisti.

“Vengo anche io dal mondo delle moto – dichiara Musi – per poi approdare ai 4x4. Sono da sempre appassionato di motori e di tecnologia. Ho sempre studiato moltissimo e poi provato sul campo quello che studiavo, in particolare nel deserto, prima sui miei veicoli poi su quelli dei clienti che mi hanno dato

fiducia. Dal punto di vista tecnico mi considero particolarmente esperto di telaistica e sospensioni mentre, una volta a bordo, reputo che la navigazione, la guida tra le dune e la determinazione nel voler “portare in fondo la macchina” siano il mio forte”. Ma come sarà la Dakar Classic 2021? Pare che circa il 50% del percorso sarà su sabbia… “Ritornare alla Dakar nella categoria Classic – è Carcheri che parla – per noi è un ritorno alle origini della corsa “originaria” ideata da Thierry Sabine. Il nostro obiettivo è rivivere la vera Dakar, come nel passato, quando si caricavano i ricambi in macchina e si arrivava a Dakar facendo tutto da soli, senza assistenza”. Ma non sarà uno scherzo, anche perché correre con un’auto “classic” non diminuisce i problemi né la voglia di andare forte e competere. La Nissan che porterà in gara i colori FIF è una Patrol GR Y61 del 1998, con un propulsore V6 “vitaminizzato” e portato a 4.500 cc (all’origine il motore era di 3.000 cc) mentre il cambio è originale Nissan a innesti frontali. Differenziali e semiassi sono Ashcroft. Il telaio originale è stato modificato e rinforzato con l’aggiunta di una gabbia roll bar con funzione strutturale, su cui è posta una leggerissima carrozzeria in fibra di carbonio. Sedili, cinture di sicurezza ed impianto di estinzione sono OMP, computer/interfono Terratrip. Sono stati montati due ammortizzatori Ohlins per ciascuna ruota e i freni sono ovviamente a disco. I cerchi sono AVUS e gli pneumatici Michelin. E per finire una nota per il serbatoio benzina, che vanta ben 450 litri di capacità… ma in Arabia Saudita, si sa, il carburante te lo tirano dietro…



storia

UNA LUNGA di Eric Becker per gentile concessione Barret Jackson Auction Company foto Land Rover Media


LAND ROVER

A STORIA La leggenda narra che Maurice Wilks disegnò la prima silhouette del Land Rover sulla sabbia di una spiaggia gallese nel 1947


una lunga storia

Se

esiste al mondo un veicolo degno della propria reputazione è senza dubbio il Land Rover Defender. Nel corso della sua lunga carriera il fuoristrada ha superato tutte le prove e le sfide a cui è stato sottoposto e la sua storia potrebbe tranquillamente occupare diversi scaffali nelle biblioteche di Notting Hill. E’ stato il primo veicolo di produzione ad attraversare lo stretto di Bering, a districarsi tra la fitta foresta del Borneo e a scalare le montagne della Patagonia… e si è anche guadagnato gli onori militari come veicolo da trasporto feriti e come mezzo scelto dei SAS britannici. Ma, nonostante tutti i riconoscimenti e lo status davvero leggendario, il Land Rover Defender in fondo è sempre rimasto l’umile fuoristrada delle origini, utilizzato da migliaia di lavoratori ogni giorno e in ogni luogo, a partire proprio dagli agricoltori per i quali era stato inizialmente pensato. Nacque come una vettura dalla meccanica semplice, funzionale ma dal design subito inconfondibile. E’ rimasto in produzione per 68 anni e, nella fabbrica di Solihull, ne sono stati prodotti più di 2 milioni di esemplari. Per decenni è rimasto pressoché immutato ma la modernità si è fatta pian piano strada nel corso delle tre generazioni del “Landie”, fino all’ultimo esemplare prodotto che ha lasciato la catena di montaggio il 29 gennaio 2016. Insomma un veicolo tecnologicamente avanzato ma dalle solide radici e dall’inconfondibile DNA.


QUESTO DEFENDER 90 (CHIAMATO COSÌ PER I 90 POLLICI DEL PASSO) DEL 1997 È IL NR.240 DI 300 ASSEMBLATI L’ULTIMO ANNO DI COSTRUZIONE IN USA. IL MOTORE È UN 3.9 LITRI 8 CILINDRI E IL CAMBIO È A 4 RAPPORTI AUTOMATICO. VERNICIATO CON UN RARO WILLOW GREEN È STATO AGGIUDICATO PER 128.700 DOLLARI AD UN ASTA DEL 2017 A LAS VEGAS

LA SERIE 2A, PRODOTTA TRA IL 1958 E IL 1971, È PROBABILMENTE QUELLA CHE HA PIÙ CONTRIBUITO ALLA FAMA DEL LAND ROVER. QUESTO ESEMPLARE A 5 PORTE DEL 1967 (CHE HA LAVORATO NEL PARCO SERENGETI IN KENYA) HA UN CAMBIO MANUALE A 4 RAPPORTI, È SPINTO DA UN 4 CILINDRI DI 2.250 CC. ED È STATO VENDUTO PER 33.000 DOLLARI NEL 2019


una lunga storia


E’ curiosa la storia del primo Land Rover prodotto, telaio nr. 860001, rimasto nascosto per quasi 40 anni. Costruito nel 1948, era destinato al re Giorgio VI ma finì al lavoro nei campi e nelle zone minerarie. Dopo 22 anni venne comprato dall’agricoltore David Fairless, per sole 15 sterline. Fairless lasciò l’auto in stato di abbandono ma, dopo molti anni, nel 1998 portò il Land Rover 860001 al Rally per il 50°anniversario del Series One Club. Nonostante le pessime condizioni il “primo” Land Rover generò un gran fermento. Alla morte di Fairless, nel 2017, Sir Jim Ratcliffe si aggiudicò la vettura e ne avviò il restauro. Ora l’intera storia della Land Rover 860001 è raccontata in un libro di Martin Port, corredato da 240 fotografie. Per maggiori informazioni si può visitare il sito www.porterpress.co.uk


una lunga storia

E recentemente un nuovo Defender si è fatto strada nei concessionari con il compito di proiettare l’iconico brand nel futuro. LE VETTURE DELLA SERIE 1 FURONO PRODOTTE DAL 1948 AL 1958 ED ERANO OFFERTE IN MOLTE VERSIONI. QUESTO PICKUP (VENDUTO AD UN’ASTA DI PALM BEACH NEL 2018 PER 22.000 DOLLARI) È SPINTO DA UN 4 CILINDRI DELLA SERIE 2 ACCOPPIATO AD UN CAMBIO MANUALE E 4 RAPPORTI

Nonostante una storia così ricca e prestigiosale origini del Defender sono eccezionalmente “proletarie”. La Serie 1 Land Rover (così come era conosciuta agli inizi) venne creata per necessità, dato che, come nella maggior parte dei paesi europei, anche in Gran Bretagna la seconda guerra mondiale aveva lasciato l’economia in condizioni disastrose. Il parco macchine del costruttore britannico Rover, con le sue berline di rappresentanza, non sembrava essere al passo con le necessità del periodo, prima dell’idea di Maurice Wilks che (come racconta la leggenda) disegnò la prima silhouette del Land Rover sulla sabbia di una spiaggia gallese nel 1947. Wilks, al tempo direttore tecnico di Rover, era infatti rimasto impressionato dalla versatilità della Jeep Willys che aveva preso in prestito per completare alcuni lavori in campagna, un netto contrasto rispetto alla Bren Gun Carrier che era solito guidare. Con il fratello Spencer, uno dei direttori responsabili di Rover, Maurice Wilks cominciò seriamente a pensare al potenziale di un nuovo tipo di Rover, capace di farsi strada nel fango delle campagne inglesi ma al tempo stesso di accompagnare le famiglia in città. Lo schizzo di Wilks sulla sabbia si trasformò rapidamente in un prototipo spinto da un motore 1,6 litri, con 50 cavalli e trasmissione da 4 marce, mentre il gruppo di rinvio e il telaio vennero inizialmente “presi in prestito” da una


LA PRIMA LINEA DI PRODUZIONE DELLE LAND ROVER NELLO STORICO STABILIMENTI DI SOLIHULL, NEL 1950


una lunga storia

MAURICE WILKS E LA SUA SQUADRA CELEBRANO LA LAND ROVER NR.250.000 NEL 1959


Willys. Sul prototipo iniziale la posizione di guida era centrale, soluzione però già abbandonata per la presentazione ufficiale della Land Rover al salone di Amsterdam del 1948. La Serie 1 Land Rover era stata pensata come un vero “animale” da lavoro in una Gran Bretagna carente di acciaio. L’abbondanza di alluminio giocò invece a favore di Land Rover, garantendo leggerezza e bassa corrosione. Anche la vernice era scarsa all’epoca, fatto che costrinse a utilizzare la famosa colorazione verde esercito, usando la vernice fino a quel momento riservata agli aerei da caccia Spitfire. Fin da subito il nuovo marchio divenne sinonimo di grandi abilità fuoristradistiche, e nacque pure il detto che il Land Rover Defender fosse l’Indiana Jones delle automobili. In quella che potrebbe essere definita la prima avventura “overlanding” il Land Rover, nel suo primo anno di carriera, completò con successo il tragitto da Londra all’Etiopia. Qualche anno più tardi, nel 1955, sei studenti di Oxford portarono due Land Rover da Londra a Singapore e fecero ritorno dopo aver percorso all’incirca 51.000 chilometri che includevano tratti nella fitta giungla, fango, guoadi e aride pianure. Le uniche modifiche apportate alle vetture per compiere quell’avventura furono l’aggiunta di ganci da traino, fari più potenti e serbatoi più capienti. E pensare che l’unico guaio meccanico che gli studenti ebbero lungo tutto il tragitto fu una singola foratura di pneumatico.


una lunga storia

In Nord America la storia fu un po’ diversa in quanto, tralasciando qualche Land Rover importato di nascosto, il Defender fece il suo debutto ufficiale solo nel 1993. Con soli 7.600 esemplari venduti con le specifiche nordamericane, il Defender d’oltreoceano si è guadagnato una reputazione di veicolo esotico e più esclusivo rispetto ad altri fuoristrada. Il Defender NAS (North American Specification) era spinto da un motore 3,9 litri V8 con trasmissione manuale a cinque marce ed è rimasto in vendita fino al 1997. La casa inglese reputò infatti troppo alti i costi per produrre le vetture nel rispetto delle specifiche del dipartimento dei trasporti americano (che già all’epoca richiedevano l’installazione di airbag per il passeggero e di airbag laterali), sospendendo la produzione del Defender per concentrarsi sulla vendita dei veicoli di alta gamma quali Range Rover e Discovery.

QUESTO “LANDIE” SERIE 2° HA UN PROPULSORE 4 CILINDRI DI 2.250 CC DA 77 CAVALLI. IL CAMBIO È MANUALE A 4 RAPPORTI PIÙ DUE RIDOTTE, QUATTRO RUOTE MOTRICI E POSTO PER SETTE PASSEGGERI. DURANTE IL RESTAURO STATO RIVERNICIATO NEL COLORE ORIGINALE LIGHT GREEN

Trascendendo l’idea di un mezzo agricolo, militare e da lavoro il Land Rover è stato man mano associato a concetti come potenza, benessere e stile, qualcosa che sicuramente avrebbe sorpreso Maurice Wilks e il suo team, al lavoro nell’immediato dopoguerra nelle Midlands inglesi. Tra i famosi proprietari dell’iconico fuoristrada ricordiamo anche Marilyn Monroe, Steve Mc Queen, Bill Murray, Sean Connery, Paul McCartney e la “Tomb Raider” Lara Croft, nell’interpretazione di Angelina Jolie. Persino Her Majesty la Regina Elisabetta II di Inghilterra è stata una grande fan del Land Rover, proprietaria di diversi modelli nel corso degli anni.



calendari

CAMPIONATO ITALIANO TRIAL 4X4

CAMPIONATO ITALIANO VELOCITA’ FUORISTRADA

18 APRILE 16 MAGGIO 13 GIUGNO 11 LLUGLIO 29 AGOSTO 26 SETTEMBRE 17 OTTOBRE

20/21 MARZO 10/11 APRILE 08/09 MAGGIO 05/06 GIUGNO 03/04 LUGLIO 04/05 SETTEMBRE 25/26 SETTEMBRE 12/13 NOVEMBRE

OFF ROAD CLUB VERSILIA CLUB BEVERENDI 4X4 & TASSO 4X4 CLUB CINGHIALI EXTREME 4X4 CLUB NAZIONALE FUORISTRADA CLUB SOTTOSOPRA 4X4 1^ RIDOTTA FUORISTRADA CLUB CLUB YANKEE F.I.F. 4X4 BUSTO FUORISTRADA F.I.F. 4X4 BUSTO FUORISTRADA F.I.F. 4X4 MONTE SAN VICINO F.I.F. 4X4 BUSTO FUORISTRADA 4X4 VEGLIO FUORISTRADA F.I.F. 4X4 BUSTO FUORISTRADA ALL PROMOTION 2 DRIVEVENT SAS

FUORISTRADA 4 FUORISTRADA 4 TROFEO ACI SPORT SICILIA REGOLARITA’ 4x4

TROFEO ACI SPORT EXTREME 4x4 SICILIA

07 MARZO 18 APRILE 27 GIUGNO 07 NOVEMBRE

27-28 MARZO 16-17 MAGGIO 05-06 GIUGNO 18-19 SETTEMBRE

F.I.F FENICE CLUB BELPASSO F.I.F NEBRODI OFF-ROAD F.I.F TRINACRIA TEAM F.I.F. ENNA NICO BLANCA CLUB

F.I.F SPIRITI LIBERI/MASTINI DEI NEBRODI F.I.F WILD TRACHERS’ F.I.F NERBRODI OFF-ROAD F.I.F. VICKING CLUB CALTANISSETTA

RIVISTA UFFICIALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA FUO TROFEO ACI SPORT REGOLARITA’ CENTRO ITALIA

TROFEO ACI SPORT TRIAL 4x4 CAMPANIA

06-07 MARZO 10-11 APRILE 12-13 GIUGNO 18-19 SETTEMBRE 6-7 NOVEMBRE 11 APRILE 23 MAGGIO 20 GIUGNO 05 SETTEMBRE 26 SETTEMBRE 28 MARZO 02 MAGGIO 06 GIUGNO 04 LUGLIO 26 SETTEMBRE 17 OTTOBRE

F.I.F MAIELLA ADVENTURE F.I.F FRIENDS’ CLUB F.I.F MAIELLA ADVENTURE F.I.F. MAIELLA ADVENTURE F.I.F. ROMA 4X4 ADVENTURE

F.I.F CLUB 4X4 ADVENTURE F.I.F CLUB SANNIO FUORISTRADA F.I.F MUTRIA FUORISTRADA F.I.F. CLUB AVELLINO OFF-ROAD F.I.F. A.S.D. CLUB DIMENSIONE 4X4 F.I.F CLUB CINGHIALI 4X4 F.I.F A.S.D. CLUB TORTUGA 4X4 F.I.F CLUB IGOR 4X4 F.I.F. A.S.D. CLUB AQUILOTTI 4X4 F.I.F. A.S.D. CLUB DIMENSIONE 4X4 F.I.F. CLUB YANKEE

RIVISTA UFFICIALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA FUO TROFEO ACI SPORT TRIAL 4x4 LAZIO

TROFEO ACI SPORT TRIAL 4x4 SICILIA

21 MARZO 11 APRILE 09 MAGGIO 05 SETTEMBRE 26 SETTEMBRE 28 NOVEMBRE

F.I.F CLUB LA CONTEA F.I.F CLUB TAORMINA 4X4 F.I.F CLUB NEL DUBBIO ACCELERA F.I.F. XIBET 4X4 F.I.F. ETNA ROADS BRACCIO DI FERRO F.I.F. CLUB 4WD ACIREALE


2° MEMORIAL STELLITANO GIUSEPPE 1° TROFEO DELLA TOSCANA 2° TROFEO DEI CINGHIALI 3° TROFEO C.N.F. 1° TROFEO SOTTOSOPRA 3° TROFEO 1^ RIDOTTA 1° TROFEO

1° TROFEO BUSTO FUORISTRADA “MEMORIAL M. OPPICI” 2° TROFEO BUSTO FUORISTRADA “COPPA CITTA’ DI POLCANTO” 3° TROFEO CITTA’ DI CINGOLI 3° TROFEO BUSTO FUORISTRADA “COPPA CITTA’ DI CERIANO LAG.” 34° TROFEO VEGLIO 4X4 / 4° TROFEO ARCOBALENO 4° TROFEO BUSTO FUORISTRADA “COPPA CITTA’ DI CHIUSDINO” 4° TROFEO CITTA’ DI PALAGANO 6^ CRONOSCALATA DI TANDALO’ 1° TROFEO FENICE CLUB BELPASSO 1° TROFEO NEBRODI OFF-ROAD 1° TROFEO TRINACRIA TEAM 1° TROFEO ENNA NICO BLANCA CLUB

1° TROFEO SPIRITI LIB./MAST. DEI NEBRODI 1° TROFEO WILD TRACHERS’ 1° TROFEO NEBRODI OFF-ROAD 1° TROFEO VIKING CLUB CALTANISSETTA 5° REGOLARITA’ DELLA MAIELLA 8° FRIENDS’ CLUB OFF ROAD 6° REGOLARITA’ DELLA MAIELLA 7° REGOLARITA’ DELLA MAIELLA 6° ROMA 4X4 ADVENTURE CUP

5° TROFEO CLUB 4X4 ADVENTURE 3° TROFEO CLUB SANNIO FUORISTRADA 5° TROFEO MUTRIA FUORISTRADA 1° TROFEO CLUB AVELLINO OFF-ROAD 3° TROFEO ASD CLUB DIM. FUORISTRADA

2° TROFEO CLUB CINGHIALI 4X4 3° TROFEO ASD CLUB TORTUGA 4X4 3° TROFEO CLUB IGOR 4X4 3° TROFEO ASD CLUB AQUILOTTI 4X4 3° TROFEO ASD CLUB DIMENSIONE FUORISTRADA 1° TROFEO CLUB YANKEE 1° TROFEO - CLUB LA CONTEA 1° TROFEO - CLUB TAORMINA 4X4 3° TROFEO - NEL DUBBIO ACCELERA 1° XIBET 4X4 1° TROFEO - ETNA ROADS BRACCIO DI FERRO 1° TROFEO - CLUB 4WD ACIREALE

MONTRAMITO / MASSAROSA (LUCCA) AREZZO L’AQUILA (AQUILA) MONTERENZIO (BOLOGNA) FERMO (FM) S. SEVERINO MARCHE (MC) (FROSINONE)

VARANO DE MELEGARI (PARMA) POLCANTO (FIRENZE) CINGOLI (MACERATA) CERIANO LAGHETTO (MONZA/BRIANZA) VEGLIO MOSSO (BIELLA) CHIUSDINO (SIENA) PALAGANO (MODENA) TANDALO’- BUDDUSO (SASSARI) BELPASSO (CATANIA) MESSINA ACI SANTANTONIO (CATANIA) ENNA

MONTALBANO ELICONA (MESSINA) CASTIGLIONE DI SICILIA (CATANIA) MESSINA CALTANISSETTA CHIETI (CH) SANTA MARINELLA (ROMA) CHIETI (CH) MIGLIANICO (CHIETI) RIETI (RI)

SANTO POTITO SANNITICO (CASERTA) BENEVENTO PIETRAROJA (BENEVENTO) SERINO (AVELLINO) FRASSO TELESINO (BENEVENTO) ALATRI (FROSINONE) S. GIORGIO A LIRI (FROSINONE) TECCHIENA ALATRI (FROSINONE) ARPINO (FROSINONE) PONZANO ROMANO (ROMA) CECCANO (FROSINONE) MODICA (RAGUSA) GRANITI (MESSINA) MISTER BIANCO (CATANIA) SALASCIBEDDA (ENNA) CATANIA ACIREALE (CATANIA)

C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT C.I. ACI SPORT NON TITOLATA

TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT TROFEO ACI SPORT

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