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Novembre 2010 - n. 3

Editoriale........ 2 ) Aquila.............3 첫 Artisti del.......6 Fumetto 첫

)

DebbieDillinger..8 첫 Seriali ....... 10 sul serio Grimorius......14 첫 Osservazioni... 22 sul Fumetto )

S.Calvaruso, M.Rizzo, A.Scalmani, D.Tomasi


Editoriale Il mondo della stampa sta cambiando. La realizzazione in formato digitale delle pubblicazioni di vario genere e tipo - riviste, romanzi, saggi, enciclopedie - sta aumentando a dismisura e continuamente, evidentemente perché una discreta fascia di lettori è interessata a questa possibilità di fruizione e il mercato consente di sviluppare questi formati. E’ un discorso mondiale, ovviamente, non tanto italiano che, come sempre, segue quanto parte in altri mercati (USA e Giappone) e poi entra in Europa passando per i paesi del centro-nord. Ed è un discorso di lettura in generale, di cui il settore Fumetto è ancora una parte limitata - tranne, ovviamente, nei paesi francofoni. Come per ogni rivoluzione, lenta o veloce che sia, si sollevano le voci che prevedono cambiamenti permanenti. Nel caso della stampa le discussioni vertono sulla scomparsa del formato cartaceo. I primi avvisi sono nati dalle previsioni sulla scomparsa dei quotidiani - addirittura calendarizzata paese per paese - che entro pochi anni dovrebbero esistere solo in pixel sullo schermo, costantemente aggiornati da redazioni in azione 24 ore su 24. Addio rotativa, ma la funzione del giornalista resta - il che è una gran bella cosa, dal punto di vista umanistico. E ovviamente le urla miste di terrore - di chi mal sopporta la lettura su schermo - e di gaudio - di chi pensa a quanto materiale da lettura possa essere archiviato in un piccolo apparecchio sempre a disposizione anche quando si viaggia - si levano anche tra gli appassionati della Nona Arte. C’è chi teme la scomparsa dell’albo o del volume da tenere tra le mani, da leggere comodamente seduti o distesi, gustando l’odore della carta, la visione della grana della superficie del foglio, percepita anche a livello tattile. Si tratta ovviamente di una paura senza fondamento: la possibilità di avere a disposizione tantissimo materiale in formato digitale consentirà di selezionare cosa mettere su carta, senza che questa sparisca, anzi esaltandone la qualità. Si tratterà di scelta, sia da parte dell’editore che da parte del lettore, tra molteplici proposte su schermo da trasferire su carta in quantità limitata e con una spesa ben accetta. E le foreste ringrazieranno, così come i nostri polmoni. Da questo punto di vista “Continua...” è perfettamente “sintonizzato”, visto che si tratta proprio del metodo su cui si basa il progetto: una rivista in formato digitale che vi propone materiali tra cui scegliere quali leggere su carta. A tal proposito, tra Dicembre e Gennaio verrà predisposto il sistema di prenotazione dei volumi in una apposita pagina del sito della DTE. Buona lettura e appuntamento al mese prossimo, col quarto numero di “Continua...” (dove vi parlerò di due nuovi progetti editoriali). Daniele Tomasi _______________________________________________________

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periodico mensile sul Fumetto, formato digitale, diffusione gratuita numero 3 Novembre 2010 Pubblicato da DTE - Daniele Tomasi Editore via Trieste 60, 09048 Sinnai (CA) dteditore@gmail.com http://dte.altervista.org Il nome, il formato, le caratteristiche grafico editoriali sono proprietà dell’editore. I fumetti e gli articoli pubblicati sono proprietà dei rispettivi autori. La riproduzione di qualunque materiale presente nella rivista è consentita solamente con l’autorizzazione scritta dei proprietari. Le immagini presenti negli articoli sono riportate solo per finalità descrittive e sono proprietà degli aventi diritto.

font per i testi: Century Gothic font per la testata: CooterCandy font per la grafica interna: SwingSet BB

illustrazione di copertina: Daniele Tomasi “Aquila” soggetto di Gianfranco Loriga sceneggiatura di Jo Pili disegni di Daniele Tomasi “Debbie Dillinger” testi di Sergio Calvaruso, Marco Rizzo e Alessandro Scalmani disegni di Daniele Tomasi “Grimorius” testi e disegni di Stefano Pavan e Mirko Benotto chine di Mirko Benotto e Daniele Tomasi


di G.Loriga, J.Pili, D.Tomasi

LORIGA, PILI, TOMASI




Artisti del Fumetto

di Daniele Tomasi

Monkey Punch

è lo pseudonimo di Kazuhiko Kato, nato il 26 Maggio 1937 a Hamanaka, Hokkaido (Giappone), autore di fumetti e regista. Appassionato sin da bambino di fumetti, realizza numerose storie per giornali scolastici nel periodo liceale. Diventa professionista su incoraggiamento del direttore dell’ospedale Kushiro Red Cross Hospital, dove lavorava come tecnico di radiologia, che ne aveva ammirato le qualità di disegnatore. La prima storia realizzata si intitola “Fukushu” (Vendetta), datata 1964, ma la prima a essere pubblicata appare nel 1965 sulla rivista Manga Story, col titolo “Playboy Nyumon” (Come diventare un playboy). Nel 1967 adotta il nome d’arte (che non scelse lui ma gli fu forzatamente dato da un editor, e lui non potè rifiutarsi. Lo pseudonimo poi rimase perché Lupin III ebbe successo immediato) e comincia contemporaneamente due serie sulla rivista Manga Action Weekly. Entrambe incentrate sull’umorismo goliardico miscelato a situazioni avventurose, la prima aveva una protagonista femminile, una conturbante fuorilegge alle prese con il suo arcinemico, uno scienziato pazzo pervertito, ed era intitolata “Pinky Punky”. La seconda aveva un protagonista maschile ed era intitolata “Lupin III” (“Rupan Sansei”), la sua creazione di maggior successo e che lo ha reso famoso a livello mondiale. Tutt’ora in pubblicazione con ristampe delle varie serie, come quelle statunitensi edite da Tokiopop di cui qui a fianco sono visibili le copertine di due volumi di due serie diverse, ha dato origine a numerose versioni animate sia in serie televisive che in lungometraggi, sempre con una versione edulcorata rispetto alle storie a fumetti, indirizzate a un pubblico più adulto.

Residente a Tokyo, è stato docente di linguaggio del fumetto all’università locale dopo aver preso una laurea in Scienze della comunicazione. Si è occupato anche di cinema d’animazione in qualità di regista per un film sul suo personaggio, dal titolo “Dead or alive”. Ha un forte interesse per la realizzazione dei disegni tramite computer, tanto da essersi iscritto a specifici corsi di laurea, e una delle sue attività recenti è consistita nell’organizzare gruppi di artisti, denominati J-Mac (Japanese Manga Artists Club) e Digital Manga Group, i cui invitati sono accomunati dall’uso di programmi digitali per realizzare le proprie opere a fumetti e il cui fine è promuovere le collaborazioni tra loro per attivare nuove produzioni. Tra i vari premi ricevuti rammentiamo il Romics d’Oro assegnatogli a Roma nel Novembre 2001. Riferimenti: • http://www.monkeypunch.com/ • http://it.wikipedia.org/wiki/Monkey_Punch • http://www.animenewsnetwork.com/feature/2003-11-13 • “Monkey Punch”, in Scuola di Fumetto, n.25, Coniglio Edizioni, Luglio 2004 (

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HAMANAKA

Artisti del Fumetto

IN HokkaidĹ? Ritratto di gruppo dei personaggi comparsi in una delle serie televisive di Lupin III.

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di S.Calvaruso, M.Rizzo, A.Scalmani, D.Tomasi



10 Seriali sul serio

di Cesare Giombetti

3 - Strisce di “SPIDER-MAN” dal 3/1/77 all’11/1/81

Analizziamo qui le strisce dell’Uomo Ragno comparse sui quotidiani. Perché proprio queste e non altre strisce? Semplicemente per la difficoltà dell’impresa. Partiamo, infatti, dal presupposto che scrivere per strisce quotidiane, o comunque periodiche, sia un’impresa ardua data dalla breve durata della storia (poche vignette). Dividiamo le strisce in tre macro-gruppi. Il primo è quello delle strisce (di solito umoristiche) autoconclusive. Ovviamente non si tratta di materiale per la nostra rubrica ma ci serve per arrivare agli altri livelli, prendendo questo come il grado zero in quanto a complessità. Parliamo di grado zero perché mancano gli elementi ulteriori presenti negli altri livelli, ma si tratta già di un grado estremamente complesso. La complessità risiede proprio nel dover intrattenere e, come spesso accade, essere estremamente pungenti per raggiungere vette altissime di umorismo intelligente in pochissime vignette (spesso solo tre), vedi casi famosissimi come “Peanuts”, “Mafalda” e “B.C.” o, oggi, “Get Fuzzy” o altri. Il secondo è quello delle storie tra l’avventura pura e il comico-realistico (vedi “Tarzan”, “Steve Canyon”, “Joe Palooka”, “Li’l Abner”, per citarne solo alcune). Qui il compito si fa ancora più arduo, perché le situazioni realistiche si prestano molto meno alla breve durata delle strisce. Effettivamente molti di questi fumetti sono stati sviluppati su tavole di una pagina, proprio per concedere un respiro maggiore. In ogni caso il compito è sempre arduo perché anche una sola tavola/pagina di giornale richiede una capacità di sintesi notevole. Analizzeremo nel prossimo numero proprio le tavole di “Tarzan”. A nostro avviso, però, il grado di complessità maggiore, se si parla di fumetti a strisce per quotidiani, è dato dai fumetti con i supereroi, al punto da rendere poco fortunati i vari tentativi, eccezion fatta proprio per “Spider-Man”, il più longevo (34 anni) e l’unica ancora in vita, seguita da “Superman” (1939-1966, più tre anni, come vedremo più sotto) e da “Batman and Robin” (17 anni totali, ma discontinui).

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Gli altri esperimenti in tal senso, annoverando anche “The Spirit”, sono stati pochi e di breve durata. Il famosissimo fumetto di Eisner ha, infatti, avuto solo due anni di gloria in formato striscia. Anche Hulk è apparso sui quotidiani, ma per soli 5 anni. Vari eroi DC si son visti in formato striscia sotto il nome di “The World’s Greatest Superheroes” dal ’78 al ’79. Il fumetto ha poi cambiato leggermente il nome più volte, dal 1983 al 1985, per sottolineare la presenza del solo Superman.


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A questo proposito ci troviamo a dover correggere l’affermazione di Marco Marcello Lupoi (non ce ne voglia: è solo per amor di precisione) il quale, nell’introduzione al primo dei due volumi che stiamo analizzando (“The complete Spider-Man”, 2006, e “The complete Spider-Man - 2”, 2007, editi da Panini Comics), dichiara: “l’unica a durare decenni, a fronte dei pochi anni delle strip dei personaggi DC” (p.7). Come abbiamo visto il discorso, in generale, è valido ma non è esatto. Si può dire che pochi (solo i più famosi!) supereroi hanno avuto una lunga durata nel formato striscia, a causa delle difficoltà che andiamo ad analizzare. Non è esatto dire che sia stata una caratteristica esclusiva dell’UomoRagno. Un’altra inesattezza, sempre a pag. 7, è quella

che recita: “è sicuramente l’unica in cui a disegnare la strip siano stati chiamati in pratica i creatori del personaggio, Stan Lee e John Romita”. Lupoi per “disegnare” chiaramente intendeva “scrivere e disegnare”, e poi spiega che Romita non è il creatore grafico ma che è come se lo fosse. Passiamo oltre questo passaggio un po’ confuso per andare al dunque. Ovvero al fatto che anche le storie di Batman, Superman e The Spirit, nella versione a strisce, son stati scritte e disegnate, almeno nella fase iniziale, dai primi creatori del personaggio. A parte gli errori condividiamo il senso generale, ovvero il particolare successo delle strisce di Spider-Man come eccezione. E infatti parlavamo di terzo grado di complessità. E’ ormai chiaro che il formato ideale per le storie di supereroi sia quello dell’albo, di una lunghezza che va dal minimo di otto tavole fino alle ormai consuete 24. E parliamo di storie che, solitamente, hanno un respiro maggiore, perché le trame continuano in albi successivi. E si è anche creato un paradosso, che Lupoi in questo caso ben sintetizza quando afferma che è una delle poche strisce d’avventura ancora in vita “in un panorama americano che ha in pratica visto la scomparsa del novantanove per cento delle strisce d’avventura” (ibidem). La nostra tesi è, infatti, che il supereroe funzioni meno nel formato “striscia” e che abbia bisogno di maggior respiro rispetto anche solo al fumetto d’avventura classico. Questo perché il fumetto di supereroi moderno è sopravvissuto alla crisi del genere rinnovandosi e creando (tramite l’invenzione della continuity e grazie alle trame sempre più complesse per profondità e per intreccio) un legame profondo con i lettori. Gli elementi dell’innovazione del genere, però, non potevano investire la versione a strisce a causa dell’estrema brevità del racconto.

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Ciò che ha fatto resistere in particolar modo le strisce dell’Uomo Ragno, in questi ultimi decenni che hanno visto prevalere le strisce umoristiche o “sociali”, a nostro avviso è stato lo stile di scrittura particolarmente vincente di Stan Lee. Lo andiamo ad analizzare, ma prima riteniamo utile un confronto con strisce relative ad altri due supereroi: Batman e Hulk. Nel primo caso (striscia in alto, autore Marshall Rogers) potete notare l’ingenuità dei dialoghi e la poca consistenza dei fatti accaduti nelle tre vignette. E parliamo di strisce del 1989! Inoltre mancano completamente o quasi elementi di raccordo nei confronti delle storie precedenti e verso le successive. Nel secondo (striscia in basso) analizziamo un’opera di Lee che precede di dieci anni quella di Batman appena analizzata. Qui il registro cambia completamente e sale il tasso di drammaticità, anche dal punto di vista grafico (disegni di Larry Lieber). Ma, soprattutto, notiamo un grande esercizio di compensazione della brevità. Notiamo, infatti, come nella prima vignetta siano presenti tre balloon che raccontano o fanno intuire eventi passati e come, nell’ultima, si crei una tensione dramma-

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tica e un’aspettativa alta che spinge ad acquistare il quotidiano del giorno dopo per conoscere l’evoluzione degli eventi. Nel terzo caso, e arriviamo a Spider-Man (sequenza di strisce nella pagina a fianco, testi di Stan Lee, disegni di John Romita, tratte da “The complete Spider-Man - 2”, p. 11), notiamo come la tecnica di Lee sia un marchio di fabbrica. Nella striscia del 29/1/79 troviamo subito, nella terza vignetta, un cliffhanger: si accenna infatti ad un piano per la sera, ma non sappiamo ancora di cosa si tratti. Anche la striscia del giorno successivo si conclude in sospeso e con un evento grafico che è un’apertura verso qualche nuovo evento: Kingpin divelle, infatti, la finestra del carcere e crea, così, un buco nel muro. Nella striscia del 31 gennaio, invece, troviamo un elemento nuovo: la didascalia iniziale recita “Evasione!” e riassume, quindi, gli eventi dei due giorni precedenti con una sintesi estrema. E si conclude, ancora, con la suspense generata dalla frase di Kingpin “Ho… altri piani!”. Il lettore si trova costretto a interrogarsi su quali saranno. Nel frattempo ritorna l’elemento grafico del buco nel muro, sia nella seconda che nella terza vignetta. Nella ter-


13 za vediamo anche la sagoma di un fuggitivo che varca quest’apertura. Si tratta, quindi, di un’ulteriore rinforzo “registico” alla suspense. Si intuisce, quindi, la forte consapevolezza, da parte di Lee, del mezzo limitante (le poche vignette a disposizione) e la capacità di evitare l’ostacolo caricando il più possibile la striscia di elementi di suspense, di drammaticità e di continuity. L’altro elemento di forza è stato quello della scelta dei contenuti. Si trattava, infatti, di uno Spider-Man diverso da quello noto ai fan e al grande pubblico. Non più timido, ma determinato. Non più imbranato con le donne, ma sicuro di sé e di piacere. Una

versione più matura, insomma, e al passo coi tempi. Le storie inoltre erano fuori dalla continuity dell’universo Marvel classico. In questo modo Lee riuscì a catturare un pubblico nuovo e proporre uno Spidey diverso (non un doppione, dunque) a chi già leggeva le storie degli albi. Stan Lee ha dimostrato con quest’opera una forte consapevolezza delle dinamiche del mondo della serialità e, nello stesso tempo, ha confermato la grande conoscenza del marketing e dei gusti del pubblico, dopo averlo ampiamente dimostrato con l’invenzione dei primi personaggi Marvel, più di dieci anni prima. (

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di M.Benotto, S.Pavan, D.Tomasi


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22 Osservazioni sul Fumetto Jack Kirby – Writer and Artist

di Mario Atzori -2° ParteL’uomo Ma torniamo ora a Lee. Anche se non abbiamo personaggi creati da lui dopo la partenza di Kirby [1] ne abbiamo alcuni in cui l’intervento di Kirby è stato minimo e dove possiamo trovare più riconoscibili le caratteristiche dello scrittore. Escludendo le storie con Ditko (anch’esse di dubbia attribuzione quanto quelle con Kirby) possiamo usare le storie dell’Uomo-Ragno con Romita e quelle di Devil, soprattutto con Colan. Se le confrontiamo con quelle insieme a Kirby ci rendiamo conto che in comune c’è veramente poco. Ci troviamo davanti alla perfetta soap-opera dove le storie sentimentali occupano tanto spazio quanto le scene d’azione e spesso sono pure più avvincenti. Innamoramenti, tradimenti, malintesi, fratelli gemelli, droga sono gli ingredienti che rendono quelle storie cosi memorabili e, per l’epoca, innovative. Lee in questo è sicuramente maestro. Lo è meno nella creazione dei personaggi. Nei primi 38 numeri di “Amazing Spider-Man” con Ditko vengono inventati 19 antagonisti, nei successivi 38 di Lee/ Romita solo 3. Lo stesso vale per i circa due anni che Lee ha fatto sui “Fantastic Four” e “Thor” dopo la partenza di Kirby, ripresentando all’infinito gli stessi personaggi e le stesse situazioni in tutte le possibili combinazioni. I Fantastici Quattro si scontreranno con Magneto, Thor fronteggia Destino e poi ritorna lo spadone di Odino e ancora il Ragnarok. Può darsi che sia solo un caso, comunque le idee

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di Lee sembravano finite. Magari produceva anche belle storie ma con un apporto di nuove creazioni scarso o nullo.

L’Uomo e il Re - 2 Veniamo ora ai Fantastici 4, l’opera dov’è francamente più difficile districare i meriti dell’uno da quelli dell’altro. Nonostante il


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breve soggetto appuntato da Lee, i caratteri e la prima avventura del gruppo che li porterà a unirsi sono molto simili a quegli degli Esploratori dell’Ignoto [2]. Abbiamo il professore, il biondino testa calda e il forzuto, aggiungendo al gruppo un elemento femminile. Questa novità non so a chi ascriverla, potrebbe essere di Lee come di Kirby che anche nelle sue serie assolo aggiunse spesso, nei gruppi, uno o più elementi femminili. Allo stesso modo non so a chi ascrivere i poteri del gruppo, così semplici e geniali: terra, acqua, fuoco e aria. Sono abbastanza sicuro invece che la novità più notevole rispetto al modello base sia il personaggio della Cosa, la cui paternità mi sento di accreditare a Kirby. Non solo perché ricalca modi e movenze dell’autore ma perché la poetica del mostro dall’animo sensibile si ritrova in molte delle storie che scriverà in seguito. Negli Eterni poi questa

idea verrà palesemente enunciata con i due devianti adottati da Athena, uno di bell’aspetto ma violento e omicida, l’altro gigantesco e mostruoso ma in realtà sensibile. Kirby stesso diceva che Nick Fury era come avrebbe voluto che gli altri lo vedessero, la Cosa come temeva che lo vedessero. Con il procedere degli anni le storie sicuramente vanno ascritte più a Kirby che a Lee. L’idea di far incontrare i 4 con un dio è chiaramente di Kirby che tornerà su questo tema in molte sue storie, cosi come la creazione di Silver Surfer di cui, per sua stessa ammissione, Lee non seppe niente finche non lo vide sulle pagine finite [3]. Lo stesso vale per gli Inumani, le cui origini sono molto simili a quelle degli Eterni. Lee però, secondo me, non perse mai completamente di vista il quartetto e, anche solo attraverso i dialoghi, continuò il suo lavoro di cesello sui caratteri in un modo che non ritroveremo mai nelle storie di Kirby. Anche se in misura

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24 Osservazioni sul Fumetto diversa si può dire che i Fantastici 4 siano il lavoro che più di ogni altro si può attribuire al talento di entrambi gli autori.

In conclusione Da questo quadro generale l’idea che mi sono fatto è che, per quanto riguarda i fumetti nati dalla collaborazione di entrambi gli autori, l’apporto maggiore sia stato quello di Kirby che, come da dichiarazioni dello stesso Lee [4], scriveva gran parte dei soggetti, li sceneggiava, li disegnava e riportava parte dei dialoghi sul bordo delle pagine. Dal canto suo Lee, oltre a partecipare inizialmente all’ideazione delle trame, riscriveva i dialoghi di Kirby e spesso lo costringeva a rifarne i finali [5], cosa che, tra le altre, porterà ai malumori tra i due (come in già era stato con Ditko e Wallace Wood). Kirby influenzò tutti con il suo disegno, che per ordine dello stesso Lee doveva essere usato come modello, prese parte in diversa misura all’ideazione di tutti i personaggi, schizzò costumi e pagine per molti altri disegnatori ma il suo genio non poteva essere realmente copiato. Lee invece, oltre a scrivere delle belle storie per gli altri autori, ha il merito di aver creato un metodo di scrittura applicato poi da tanti altri scrittori, a partire da Roy Thomas. Se mettiamo questo insieme alla sua attività di editor supervisore di tutte le testate sino alla fine degli anni ’70 possiamo dire che sia il suo l’apporto maggiore alla creazione dell’Universo Marvel e più in generale all’azienda Marvel. (

scherzo, le analogie finiscono qui. I quattro avventurieri, interessati a situazioni di pericolo e di mistero, decidono di unirsi in gruppo dopo essere sopravvissuti a un incidente aereo. [3] “La trama era già stata decisa ma quando Jack ha consegnato le tavole ho visto un tizio sopra un surf volante. Ho chiesto chi fosse e Jack ha risposto che Galactus doveva avere un araldo che lo precedesse.” Stan Lee, dalle note del volume su Silver Surfer disegnato da Moebius. [4] “Jack contribuiva sempre molto alle trame e dopo un po’ alcune erano anche sue. E anche se le avesse fatte tutte, non sarebbe stato un problema: era in gamba e mi rendeva più facile la vita quando si trattava di scrivere i dialoghi.” Stan Lee da “L’uomo che sorride”, pubblicato in Wiz, n.5, Marzo 1996. [5] Questa pratica che alcuni vedono come prova del peso di Lee sulle trame è anche la prova che Kirby (come Ditko) sviluppava le trame in autonomia e che Lee le leggesse solo a cose fatte.

[1] L’unica nuova creazione di Lee dalla partenza di Kirby è stato il brutto “Ravage 2099”. Farne una colpa a Lee che lo creò ultrasettantenne sarebbe scorretto come giudicare Kirby per le brutte serie dei “Superpowers” di fine carriera. [2] Gli Esploratori dell’Ignoto sono un gruppo creato (praticamente) dal solo Kirby prima dei Fantastici 4, composto da: Prof Haley - il cervellone, Rocky Davis - il forzuto, Red Ryan - un biondino testa calda, e Ace Morgan - l’effeminato invisib… no

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il prossimo mese col numero a partire dal 30 Dicembre !!! Ricordati di scaricarlo gratuitamente dal sito internet http://dte.altervista.org/continua/

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